MERCOLEDì 11 AGOSTO
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MERCOLEDì 11 AGOSTO

Misano Monte, Chiesa dei  SS. Biagio ed Erasmo, ore 21.15

Sentieri danteschi

…E USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

 MIRCO PALAZZI basso

MARCO SCOLASTRA pianoforte

 Francesco Morlacchi

 Cantata del conte Ugolino (“declamato con musica”, 1832)

Sonatina VII in do maggiore (1803)

Venite a intender li sospiri miei (“sonetto di Dante”, 1835)

Gioachino Rossini  

Francesca da Rimini (“recitativo ritmato”, 1848)

Gaetano Donizetti

Amor ch’a null’amato (“terzina dantesca”, 1843)

 Filippo Marchetti

La Pia

Fryderyk Chopin

 Lento con gran espressione (1830)

Mario Castelnuovo-Tedesco

 Sera op. 23 (1921)

Quattro Sonetti da “La vita nova” op. 41 (1926)

1. Cavalcando l’altr’ier per un camino 2. Negli occhi porta la mia donna Amore 3. Tanto gentile e tanto onesta pare 4. Deh, peregrini che pensosi andate

 Salvatore Pappalardo

Francesca e Paolo. Estasi di due amanti

Ciro Pinsuti

 Beatrice (1882)

MIRCO PALAZZI

Definito dalla critica interprete dalla voce nobile e coinvolgente musicalità, specialista del repertorio belcantistico italiano e di quello mozartiano, dopo aver debuttato all’Opera Festival di Wexford, Mirco Palazzi si è esibito nei più grandi teatri del mondo. Ospite numerose volte del Rossini Opera Festival di Pesaro, la sua registrazione di Semiramide per Opera Rara nel ruolo di Assur ha vinto l’International Opera Award 2019.

Ha preso parte ad importanti produzioni in teatri quali Teatro alla Scala di Milano, Covent Garden di Londra, Liceu de Barcelona, Washington Opera, Dallas Opera, Teatro Regio di Torino, Teatro La Fenice di Venezia, Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, Opera di Roma, Philarmonie di Colonia, Gewandhaus di Lipsia, Barbican Centre di Londra, Suntory Hall di Tokyo, Tchaikovsky Hall di Mosca, etc., collaborando con direttori d’orchestra del calibro di Roberto Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Myung-whun Chung, Diego Fasolis, Valery Gergiev, Christopher Hogwood, Antonio Pappano, Gianandrea Noseda, Alberto Zedda e registi quali Luca Ronconi, Pierluigi Pizzi, Damiano Michieletto, Robert Carsen e Graham Vick. Nelle stagioni più recenti ha interpretato Semiramide (Assur) con l’Orchestra of the Age of Enlightenment presso la Royal Albert Hall di Londra, La Cenerentola (Alidoro) al Maggio Musicale Fiorentino, Anna Bolena (Enrico VIII) all’Opéra de Marseille, Il viaggio a Reims (Lord Sidney) alla Royal Danish Opera, Jérusalem (Roger) al Teatro Regio di Parma, Lucia di Lammermoor (Raimondo) e Semiramide (Assur) alla ROH Covent Garden di Londra, Il barbiere di Siviglia (Don Basilio) al Théâtres de la Ville de Luxembourg, Anna Bolena (Enrico VIII) al Teatro Filarmonico di Verona, Don Giovanni (Leporello) al Teatro Regio di Torino, La Sonnambula (Conte Rodoldo) all’NCPA di Beijing, Lucia di Lammermoor (Raimondo) al Teatro de La Maestranza di Siviglia, Don Giovanni (Leporello) all’Opéra de Nice, Le nozze di Figaro (Figaro) all’Opéra de Marseille, La Gazza Ladra (Podesta) al Sao Carlo de Lisbona. Fra i suoi prossimi impegni: Sonnambula (Conte Rodolfo) al Mupa Festival, Semiramide (Assur) al Concertgebouw di Amsterdam, Lucrezia Borgia all’Opera di Tenerife e al Teatro Comunale di Bologna, Il Viaggio a Reims (Lord Sydney) all’Opera di Zurigo, Maometto II (ruolo del titolo) al Teatro San Carlo di Napoli, L’Italiana in Algeri (Mustafà) all’Opéra de Marseille, Lucia di Lammermoor (Raimondo) al Liceu di Barcelona, Turco in Italia (ruolo del titolo) al Teatro alla Scala di Milano, etc. La sua vasta discografia include incisioni per Decca, Naxos, Bongiovanni, Operarara, Arthaus, Unitel, Opus Arte. Il 7 dicembre 2020 ha partecipato al concerto di apertura del Teatro alla Scala di Milano.

MARCO SCOLASTRA

Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Perugia diplomandosi con il massimo dei voti e la lode con il M° Franco Fabiani. Ha studiato successivamente con Aldo Ciccolini e Ennio Pastorino e ha frequentato corsi di perfezionamento con Lya De Barberiis, Paul Badura-Skoda e – all’Accademia Chigiana – con Joaquin Achúcarro e Katia Labèque. Ha suonato per importanti istituzioni musicali: Teatro Valli di Reggio Emilia, Sagra Musicale Umbra, Teatro Lirico di Cagliari, Accademia Filarmonica Romana, Teatro Eliseo, Oratorio del Gonfalone, Auditorium Parco della Musica e Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Parma, Auditorium dell’Orchestra “G. Verdi” di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Ravello Festival, Teatro La Fenice di Venezia, “I concerti del Quirinale” in diretta RAI Radio3, Teatro di San Carlo e Associazione “A. Scarlatti” di Napoli, Associazione “B. Barattelli” di L’Aquila, Musei Vaticani, Teatro Massimo di Palermo, Serate Musicali di Milano, Conservatorio “P. I. Čajkovskij” di Mosca, Tonhalle di Zurigo, Konzerthaus di Berna, Istituto “F. Chopin” di Varsavia, Orchestre National du Capitole di Tolosa, Festival van Vlaanderen in Belgio, Parlamento Europeo a Bruxelles, Musikverein di Vienna. Come solista ha suonato sotto la guida di molti importanti direttori d’orchestra: Yuri Bashmet (I Solisti di Mosca); Carlo Boccadoro (I Solisti Aquilani), Andrew Constantine (Nordwestdeutsche Philharmonie); Romano Gandolfi (Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano); Howard Griffits (Orchestra da Camera di Zurigo); Richard Hickox; Claudio Scimone (I Solisti Veneti); Lior Shambadal (Berliner Symphoniker); Giedrė Šlekytė (Wiener Concert-Verein). Per molti anni ha suonato in duo con il pianista Sebastiano Brusco. Ha collaborato con grandi artisti quali Vadim Brodski, Renato Bruson, Max René Cosotti, Roberto Fabbriciani, Cinzia Forte, Fejes Quartet, Corrado Giuffredi, Raina Kabaivanska, Daniela Mazzucato, Quartetto d’Archi del Teatro di San Carlo, Quartetto Kodály, Desirée Rancatore. Intensa la collaborazione con il drammaturgo Sandro Cappelletto. È in scena con grandi attori quali Sonia Bergamasco, Ugo Pagliai, Elio Pandolfi (lungo sodalizio durato più di quindici anni), Jerzy Radziwilowicz, Pamela Villoresi. Da sempre appassionato della musica del Novecento e dei nostri giorni, ha eseguito molti lavori in prima esecuzione assoluta o in prima italiana, alcuni dei quali a lui dedicati: Concerto per due pianoforti e percussioni di D. Milhaud (2004); Concerto della demenza di Vieri Tosatti (Spoleto Festival 2005); Dance Variations per due pianoforti e orchestra di Morton Gould (2005); Verdi contro Wagner di Matteo D’Amico (2013); Tirol Concerto di Philipp Glass (2017); Aria da concerto di Silvia Colasanti (2019). Ha registrato per Phoenix Classics, Stradivarius, Brilliant Classics, Decca, Rai5

“…E USCIMMO A RIVEDER LE STELLE”

NOTE AL PROGRAMMA

«Tra l’antichità e il medioevo, tra Virgilio e Beatrice, Dante è l’uomo, il genere umano che passa con le sue passioni, che ama e odia, erra e cade. » (Giosuè Carducci)

E allora cominciamo il viaggio con una delle pagine più famose, più atroci ma anche più umane di tutto il Poema: il canto XXXIII dell’Inferno, quello che Dante dedica ad Ugolino della Gherardesca. Lo mette in musica – tra gli altri – Francesco Morlacchi, compositore perugino attivo per molti anni alla Corte di Dresda. Lo compone nel 1832, lo chiama “declamato con musica” e ce lo racconta lui stesso in una lettera da Dresda del 1834:

 «Ho posto in musica per voce di basso parte del canto XXXIII dell’Inferno di Dante, col solo accompagnamento del piano-forte. Qui ha prodotto una grandissima sensazione. Pensate amico, che nel mezzo della Germania, a Dresda si trova una società di dantisti che ogni martedì dell’anno consacrano alla lettura di Dante, che conoscono e ammirano forse anche più degli italiani medesimi. Il nostro Principe Giovanni Duca di Sassonia ne sta facendo la traduzione in versi tedeschi, e mi ha permesso di stampare il mio canto con la traduzione e questa sarà una prova della fedeltà con la quale Egli traduce una poesia tanto difficile… Vi prevengo che questa musica non è per tutti; solo i veri conoscitori di Dante potranno gustarla.»

Morlacchi ritorna a Dante nel 1835 con una breve composizione: Venite a intender li sospiri miei. Il testo della lirica è un sonetto della Vita nova che Dante dice di aver scritto su richiesta di uno dei fratelli di Beatrice «per una donna che s’era morta», ma in effetti è per Beatrice stessa da parte sua. L’autografo è disperso e l’unica copia esistente – usata anche per il concerto odierno – è custodita presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica Francesco Morlacchi di Perugia.

Esecuzione:

 Francesco Morlacchi

 Cantata del conte Ugolino (“declamato con musica”, 1832)

Sonatina VII in do maggiore (1803)

Venite a intender li sospiri miei (“sonetto di Dante”, 1835)

 Francesca da Rimini è uno dei personaggi danteschi che più sono stati musicati. Siamo nel 1848 e Gioachino Rossini si trova a Firenze. E’ ormai lontano dal mondo operistico: lo aveva abbandonato nel 1829 col Guglielmo Tell. Ora scrive per divertissement e privatamente piccole pagine pianistiche e vocali, dei riens, forse terapeutici per la depressione che sempre più lo colpisce. Qui mette in musica alcuni versi celeberrimi del V canto dell’Infermo. Un “recitativo ritmato” come lui stesso scrive. Una pagina breve, elegante, ricca di belcanto che molto assomiglia agli ultimi geniali “Peccati di vecchiaia”.

 Restiamo nel V canto dell’Infermo con la storia di Paolo e Francesca. Un altro grande operistica del primo Ottocento, Gaetano Donizetti, viene affascinato e ispirato dal poema. Oltre ad una imponente Cantata sul Conte Ugolino (scritta prima di quella di Morlacchi) mette in musica la celebre terzina dantesca “Amor ch’a nullo amato amar perdona”. Una pagina brevissima, fulminante, solo 8 battute, scritta nel 1843.

Anche il compositore marchigiano Filippo Marchetti – siamo nella seconda metà dell’Ottocento – mette in musica un personaggio femminile dantesco. La intensissima e drammatica lirica “La Pia” ha come protagonista Pia de’ Tolomei – la sventurata nobildonna senese uccisa dal marito – che parla a Dante nel V canto del Purgatorio. E’ una lirica da camera accorata e struggente con accenti da vero melodramma.

 Fryderyk Chopin, pur non essendoci mai stato, amava molto l’Italia e i suoi poeti. Come Liszt, leggeva Dante in italiano. Tale passione è testimoniata da un disegno del pittore Eugène Delacroix in cui i volti di Chopin di Dante si sovrappongono. E ancora: nell’autografo di uno dei suoi “Canti polacchi” Chopin scrisse – in appendice di propria mano – i celebri versi «Nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / nella miseria» (Inferno, V, 121-123).

Esecuzione:

Gioachino Rossini: Francesca da Rimini (“recitativo ritmato”, 1848)

Gaetano Donizetti: Amor ch’a null’amato (“terzina dantesca”, 1843)

Filippo Marchetti: La Pia

Fryderyk Chopin: Lento con gran espressione (1830)

Negli anni Venti del Novecento, un talentuoso compositore fiorentino – Mario Castelnuovo-Tedesco – mette in musica un brano dal Purgatorio della Divina Commedia e quattro sonetti da La Vita Nova.

 L’VIII canto del Purgatorio si svolge nell’Antipurgatorio, dove le anime dei negligenti attendono di poter iniziare la loro espiazione; siamo alla sera del 10 aprile 1300. La preghiera con cui inizia il canto – “Era già l’ora che volge il disio” – è musicata meravigliosamente da Castelnuovo-Tedesco nella lirica Sera. Il clima è sospeso, “largo e quasi immobile”; accordi dolcissimi galleggiano e sostengono il canto; il colore è un dolce pastello.

I Quattro Sonetti da “La vita nova”, musicati da Castelnuovo-Tedesco nel 1926, sono:

  1. Cavalcando l’altr’ier per un camino

2. Negli occhi porta la mia donna Amore

3. Tanto gentile e tanto onesta pare

4. Deh, peregrini che pensosi andate

Esecuzione:

Mario Castelnuovo-Tedesco

Sera op. 23 (1921)

Quattro Sonetti da “La vita nova” op. 41 (1926)

 Il compositore siciliano Salvatore Pappalardo – nato a Catania nel 1817 e morto a Napoli nel 1884 – scrive un brano pianistico lirico ed appassionato dal titolo Francesca e Paolo. Estasi di due amanti.

 L’ultimo brano del concerto è la bellissima canzone Beatrice del compositore toscano Ciro Pinsuti (1829-1888). Fu stampata in italiano e in inglese con grande successo in America nel 1882. Il testo – nella prima edizione anonimo! – è ancora una volta il celebre sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” tratto da La Vita Nova.

 Esecuzione:

Salvatore Pappalardo: Francesca e Paolo. Estasi di due amanti

 Ciro Pinsuti: Beatrice (1882)